Giuseppe Tartini,
Pirano, 8 aprile 1692 – Padova, 26 febbraio 1770
Violinista virtuoso, compositore, teoretico e pedagogo musicale di rilevanza mondiale, è indubbiamente la personalità più illustre della città di Pirano.
Siete gentilmente invitati a tutte le manifestazioni culturali!
Duška Žitko,
consulente museale Pomorski muzej - Museo del mare »Sergej Mašera« Piran – Pirano
Foto: ŽITKO, Duška: Giuseppe Tartini: 1692-1770 / Arhiv Pomorskega muzeja »Sergej Mašera« Piran.
Pirano, 8 aprile 1692 – Padova, 26 febbraio 1770
Violinista virtuoso, compositore, teoretico e pedagogo musicale di rilevanza mondiale, è indubbiamente la personalità più illustre della città di Pirano.
Nacque, quarto di sei figli, in una facoltosa famiglia piranese, da Giovanni Antonio Tartini, trasferitosi da Firenze e la madre, piranese di nascita, Caterina Zangrando di Pietro. Fu battezzato, l’8 aprile 1692, nel battistero di san Giovanni Battista, presso il duomo di San Giorgio, e questa data, fu iscritta come giorno della sua nascita. Avviò il suo percorso scolastico dapprima alla scuola dell’oratorio dei minoriti di San Filippo Neri e grazie alle sue brillanti doti di apprendimento, appena dodicenne continuò gli studi al Collegio dei Nobili a Capodistria, acquisendo un’ampia istruzione umanistica, imparando il violino ed anche la scherma. Nel 1708 i genitori lo mandarono all’Università di Padova, per studiarvi giurisprudenza, un anno più tardi, nel 1709, ebbe il permesso di indossare anche l’abito talare.
A Padova, poco dopo il suo arrivo, conobbe Elisabetta Premazore. Se ne innamorò, probabilmente durante le lezioni di violino alla damigella e, appena diciottenne, la sposò. Nello stesso anno, nel 1710 a Pirano morì in circostante oscure, il padre. Si rese conto allora della sua indissolubile appartenenza alla musica, che aveva percepito fin dalla più tenere infanzia. Partì alla volta di Assisi, dove nel convento dei minoriti, il guardiano, padre Giovanni Battista Torre, zio per parte della madre, lo accolse a braccia aperte e per alcuni anni, gli offrì rifugio, assecondandolo moralmente e con competenza nello studio del violino. Questo periodo fu decisivo per Tartini, assurto a insigne maestro di violino e compositore. Notte e giorno si abbandonò completamente alla musica ed al suono del violino. Circostanza fortuita volle, che in quel periodo nello stesso convento, vivesse anche padre Bohuslav Černohorský, ceco di nascita, con il quale si cimentò nello studio del contrappunto, composizione, suono del violino, organo, completandosi così musicalmente, praticamente in ogni campo.
A Padova, poco dopo il suo arrivo, conobbe Elisabetta Premazore. Se ne innamorò, probabilmente durante le lezioni di violino alla damigella e, appena diciottenne, la sposò. Nello stesso anno, nel 1710 a Pirano morì in circostante oscure, il padre. Si rese conto allora della sua indissolubile appartenenza alla musica, che aveva percepito fin dalla più tenere infanzia. Partì alla volta di Assisi, dove nel convento dei minoriti, il guardiano, padre Giovanni Battista Torre, zio per parte della madre, lo accolse a braccia aperte e per alcuni anni, gli offrì rifugio, assecondandolo moralmente e con competenza nello studio del violino. Questo periodo fu decisivo per Tartini, assurto a insigne maestro di violino e compositore. Notte e giorno si abbandonò completamente alla musica ed al suono del violino. Circostanza fortuita volle, che in quel periodo nello stesso convento, vivesse anche padre Bohuslav Černohorský, ceco di nascita, con il quale si cimentò nello studio del contrappunto, composizione, suono del violino, organo, completandosi così musicalmente, praticamente in ogni campo.
Nel 1713, anno della morte di padre Giovanni Torre, Giuseppe Tartini ebbe quel slancio di estro, che lo portò a comporre la sua più famose sonata: Il Trillo del diavolo. Si narra, che in una notte di incubo, Tartini sognò di aver fatto un patto e che il diavolo era al suo servizio, immaginò di dargli il violino per vedere se fosse capace di suonare qualche bella aria e con grande stupore, il demonio suonò con tanta maestria una sonata singolare e bella, che al mattino Tartini cercò invano di ritrovare, ma per quanto provasse, il brano che compose, in verità il migliore mai scritto, non lo soddisfò affatto, tanto che in un momento di rabbia cercò addirittura di spaccare in due il suo violino. Di questo sogno, nel 1765, Tartini parlò a Padova all’astronomo Jérôme Lalande, che la pubblicò e così la storia della singolare ispirazione della sonata del Trillo del diavolo, divenne nota ai più.
A Pirano siamo molto fieri di conservare non solo l’illustrazione del Trillo del diavolo, grafica realizzata da James Marshall, nel 19 esimo secolo, ma anche il violino costruito da Nicolò Amati (Nicolò Marchioni) da Bologna, e attualmente esposto nella rinnovata raccolta del museo tartiniano, nella sua casa natale. Forse fu proprio con questo violino che Tartini suonò per la prima volta il Trillo del diavolo; da notare che il piano armonico dello strumento fu sostituito nel 18.esimo secolo. Il violino di Tartini, uno strumento prezioso e di grande qualità, viene saltuariamente suonato dai migliori violinisti del mondo che visitano Pirano e rinnovano così quei sentimenti e stati d’animo del grande maestro, del suo estro e l’incontenibile forza creativa.
Conoscere la vita di Tartini e la sua attività, riserva sempre ed ancora tante sorprese, dalla sua creatività e primati conseguiti nei vari campi dalla composizione, alle teorie musicali, alla pedagogia musicale, la filosofia e la matematica che paiono davvero inesauribili. La presentazione della sua grandezza, del suo geniale spirito a varie manifestazioni: simposi, mostre, concerti, concorsi, sia nella sua città natale che nei luoghi dove operò, nel 250 esimo della morte del Maestro, saranno molteplici. Numerosi violinisti, complessi, orchestre e cori interpreteranno la sua musica, nei corso di numerosi convegni di esperti e simposi, ricercatori e conoscitori del grande compositore, presenteranno le ultime scoperte in ogni campo della sua attività.
A Pirano siamo molto fieri di conservare non solo l’illustrazione del Trillo del diavolo, grafica realizzata da James Marshall, nel 19 esimo secolo, ma anche il violino costruito da Nicolò Amati (Nicolò Marchioni) da Bologna, e attualmente esposto nella rinnovata raccolta del museo tartiniano, nella sua casa natale. Forse fu proprio con questo violino che Tartini suonò per la prima volta il Trillo del diavolo; da notare che il piano armonico dello strumento fu sostituito nel 18.esimo secolo. Il violino di Tartini, uno strumento prezioso e di grande qualità, viene saltuariamente suonato dai migliori violinisti del mondo che visitano Pirano e rinnovano così quei sentimenti e stati d’animo del grande maestro, del suo estro e l’incontenibile forza creativa.
Conoscere la vita di Tartini e la sua attività, riserva sempre ed ancora tante sorprese, dalla sua creatività e primati conseguiti nei vari campi dalla composizione, alle teorie musicali, alla pedagogia musicale, la filosofia e la matematica che paiono davvero inesauribili. La presentazione della sua grandezza, del suo geniale spirito a varie manifestazioni: simposi, mostre, concerti, concorsi, sia nella sua città natale che nei luoghi dove operò, nel 250 esimo della morte del Maestro, saranno molteplici. Numerosi violinisti, complessi, orchestre e cori interpreteranno la sua musica, nei corso di numerosi convegni di esperti e simposi, ricercatori e conoscitori del grande compositore, presenteranno le ultime scoperte in ogni campo della sua attività.
Anche a Pirano nell’anniversario della sua morte, abbiamo preparato un ricco programma: TARTINI 250, che si protrarrà nell’arco dell’intero 2020, e con il quale desideriamo inchinarci al nostro grandissimo genio musicale, coinvolgendo nell’importante ricorrenza una quanto più ampia platea pubblica.
Siete gentilmente invitati a tutte le manifestazioni culturali!
Duška Žitko,
consulente museale Pomorski muzej - Museo del mare »Sergej Mašera« Piran – Pirano
Foto: ŽITKO, Duška: Giuseppe Tartini: 1692-1770 / Arhiv Pomorskega muzeja »Sergej Mašera« Piran.